Copertina della raccolta poetica |
Mi stavo
quasi per rassegnare al pensiero di non trovare un poeta maschile
degno di questo appellativo, visto la rinascita contemporanea della
poesia e narrativa al femminile. Si, perché mai come oggi mi era
capitato di assistere ad un crescere inesauribile di donne scrittrici
che oltre a scrivere degli ottimi romanzi o racconti, si dilettano a
comporre dei versi sublimi. Sarà per l'animo propenso a dispensare
dolcezze, il senso innato della donna verso una sfera emotiva più
sensibile e attenta dell'uomo. Questa breve riflessione vuol essere
un elogio al panorama femminile che continui sempre in questa
direzione, a prosperare di così bei talenti.
Ma veniamo a
questa straordinaria raccolta, a queste “Poesie scartate” così
come le definisce l'autore stesso, il caro Giancarlo Vietri. Si
perché il talento di questo poeta sono i suoi scarti, le sue poesie
definite da lui stesso nella sua breve introduzione poesie
“bruttine”, laconiche, refrattarie ad ogni empatia. Mio Dio!
Fossero le mie lettere scartate opere di questo genere, dei versi
così essenziali, così audaci, e così spudoratamente reali capaci
di colpire l'animo del lettore come fanno gli scritti di Vietri.
L'autore parla attraverso delle immagini nitide, nella quale
inserisce degli elementi comuni a tutti noi, e lascia un segno di sé
in quell'attimo vissuto, sia esso un attimo nostalgico, satirico o
romantico. Leggiamone un esempio:
Il mio scheletroquello che giacerà inertecoi denti bianchimastica formaggio.
8 Settembre 1987Giancarlo Vietri dal libro Poesie scartate
Giancarlo Vietri |
Marciapiede
povera donna di sessant'annicol trucco che s'incrosta alla vecchiaiail ventre gonfio a tendere la gonna.con la durezza goffa di un siparioRientrerà all'alba in una stanza doveripone le sue esche da ragazza,il sogno intanto intorno a cui si guasta.
14 Dicembre 1988Giancarlo Vietri dal libro Poesie scartate
Sono poesie
raccolte nell’arco di dieci anni, che l’autore ha riadattato nel
corso del tempo, a parer mio arrivando a compiere una scrematura
perfetta e equilibrata dei versi, così da raggiungere un valore
poetico “epico”, posso osare dire che ci troviamo innanzi ad un
epicpoems! “Come se non sapessi cosa è la verità: è questo
mio continuo starle dietro..” Il poeta guarda dentro se stesso,
infila le sue mani dentro le viscere e mette sotto gli occhi di tutti
le sue emozioni, nude e crude. Spoglie di vecchi schemi, di metriche
perfette che tagliano il filo del discorso come una lama
spietatamente affilata. Si aprono tra la prosa e l'aforisma degli
spiragli di poesia alternativa, quasi un innovazione che Giancarlo
Vietri ha voluto imprimere nei suoi scritti, meditando di tanto in
tanto nella loro correzione o nel riadattamento che si è svolto
nell'arco di questi dieci anni. Sono poesie colme di linfa vitale,
intrise di sentimenti talvolta rudi e talvolta romantici: “Senza
di lei non sono questi miei epici panni che biancheria comune appesi
alle finestre...” Trovo questa raccolta di poesie superba, e
decisamente tra le migliori che mi siano capitate. Sono soddisfatto
di aver trovato un poeta fuori dai margini contemporanei, ricco di
emozioni e saturo di poesia, capace con poche parole di catturare
l'attenzione del lettore facendolo partecipe delle sue emozioni.
Lascia il passatocome una scarpa vecchiail ricordo cos'altro ha da offrirti?O riscopri ogni giorno nel giornoil giorno delle tue originiche riapre ogni volta negli occhiil miracolo del tuo colore.20 Novembre 1989Giancarlo Vietri dal libro Poesie scartate
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