Da "Il professor Trodl e altre storie nere"
di Mary Blindflowers
PRETE COZZI - Mary Blindflowers |
C'era
una volta... un principe o una principessa, direte voi, un re o una
regina, un orco o un'orchessa, stooop! Niente di tutto questo! Basta
con questi luoghi comuni!
C'era
un volta un prete, piuttosto, sì un pretaccio, prete Cozzi, un omino
piccolo piccolo e mezzo cieco, dalle gambe sgangherate e il cuore
gonfio di amore per il prossimo, almeno così diceva lui...
Più
che gonfio il nostro pretucolo era tronfio perché aveva studiato il
latino in seminario, inoltre leggeva tantissimo e sapeva scrivere
cose reali e di fantasia con molta proprietà di linguaggio anche se
spesso sbagliava la punteggiatura collocando virgole laddove ci
volevano dei punti e viceversa.
Grazie
alla sua cultura, naturale sottomissione, obbedienza cieca ai
superiori e preparazione culturale riuscì ad arrivare ai piani alti
e divenne ben presto dirigente di biblioteca.
Per
fare carriera aveva dovuto sempre tacere e far finta di non vedere
tante cose.
Un bel
giorno mentre i ragazzi del seminario giocavano a palla nel giardino
della chiesa, notò che uno di loro non voleva giocare. Il bambino
disse che non poteva, non poteva correre a causa di un incidente che
gli era successo. Quando il prete volle approfondire il ragazzo disse
che non poteva dire niente, poi scoppiò in lacrime e confessò che
un certo prete x si approfittava di lui e di altri a intervalli più
o meno regolari con il tacito consenso della curia e il silenzio di
tutti.
Prete
Cozzi dapprima divenne paonazzo, poi si calmò, mise una mano sulla
spalla del ragazzo, cercò di consolarlo come poté poi disse: “è
la volontà di dio. Dio ci vede e punirà il prete”.
Detto
questo non disse niente a nessuno. Seppe soltanto che prete x dopo
poco tempo venne trasferito ad un'altra parrocchia dove poté
continuare a fare i suoi giochetti indisturbato.
E
prete Cozzi zitto, doveva fare carriera perciò non poteva andare a
denunciare prete x alle autorità. Non sarebbe stato igienico. Così
tacque come il suo dio lo aveva abituato a fare e tirò avanti.
Mentre
predicava pace e amore per il prossimo, dando pacche sulle spalle a
tutti, non potè resistere alla tentazione di allungare le mani sopra
preziosi e antichi libri che la biblioteca custodiva. Qui, pensò,
non servono a nessuno, se non a dei poveri preti rincitrulliti che
non li aprono mai, se li prendo io saranno in buone mani, al sicuro.
Così li prese. Un bel giorno se li mise in borsa e se li portò a
casa. Li vendette ad un mercante di libri poco tempo dopo. In
biblioteca intanto non si erano accorti di nulla e il piccolo prete,
tra una preghiera e l'altra, ogni tanto acchiappava un libro e se lo
portava a casa. Tutto filò liscio e tranquillo finché una vecchia
monaca dallo sguardo acuto non richiese uno dei tomi che il prete
aveva arraffato. Il tomo non si trovava da nessuna parte. Scoppiò lo
scandalo. Il direttore si accorse che mancavano anche altri volumi
all'appello. Prete Cozzi venne accusato di aver sottratto i volumi,
pare che qualcuno lo avesse visto acchiapparne uno e metterselo
quatto quatto nella borsa poi andar via con scioltezza. Così il
piccolo prete venne ben presto additato come ladro, allora decise di
spretarsi e di cominciare a cantare delle belle canzoni. I testi di
queste canzoni dicevano che nella curia c'erano malversazioni, che
certi dirigenti facevano loschi affari, che certi preti si
intrattenevano più del dovuto con i bambini e le bambine innocenti,
che la pressione psicologica sulle menti era abnorme, etc. Insomma,
canzoni interessanti che prete Cozzi decise di mettere per iscritto
dopo essersi opportunamente spretato. Si spretò non solo perché
dalla biblioteca stavano per cacciarlo via a calci, ma anche perché
se la intendeva con una ragazza madre da parecchio tempo e si sa,
certe voglie vanno soddisfatte, così prete Cozzi buttò l'abito alle
ortiche.
Intanto
passarono gli anni. Le testimonianze di prete Cozzi sulle malefatte
della curia giacevano in un cassetto. Un bel giorno il prete conobbe
uno scrittore e decise di parlargli delle sue confessioni. Lo
scrittore, sempre alla ricerca di cose inedite e curiose con cui
arricchire i propri libri, decise di includere nel suo libro anche le
testimonianze di prete Cozzi che fu felice di pubblicarle e mostrò
fin da subito grande entusiasmo all'idea. Nel libro però c'erano
cose scottanti e il potere non poteva permettere che venissero
pubblicate, così, sapendo che il testo stava già in tipografia, un
bel giorno d'estate il potere bussò alla porta di prete Cozzi. Toc,
toc, toc.
“Chi
è?”, chiese, tremante il prete.
“Sono
il potere, chi vuoi che sia, avanti aprimi, vigliacco!”.
Prete
Cozzi aprì la porta e fece entrare quell'essere. Il suo corpo era
fatto di pezzi di carne putrefatta e incrostazioni di sangue
rappreso, la sua testa era ricoperta di piccoli crani umani ed
animali, le mani erano scarnificate ma con lunghe unghie pronte ad
afferrare ogni cosa. Al posto dello stomaco aveva una voragine, come
un buco nero che tritava tutto.
Un
essere che fece tremare le gambe a prete Cozzi. Quella creatura
mostruosa si sedette senza neppure essere invitata e parlò
costringendo il prete ad inginocchiargisi vicino.
Gli
toccò la spalla con le sue dita di cadavere. Il prete sentì il
contatto freddo e impallidì di paura perché era sempre stato un
vile.
“Senti,
prete”, e la bocca del potere fetava di bestia morta, “non sai
che parlare troppo fa male alla salute?”.
“S...sì,
lo so”.
Il
prete era impietrito.
“Lo
sai che denunciare i nostri fratelli e sorelle accusandoli di azioni
infami non giova alla tua vita?”.
Il
prete avvertiva un forte dolore alla spalla. La stretta del potere
era sempre più forte.
“Lo
sai tu, prete del diavolo che hai delle pendenze? Ti ricordi della
biblioteca che gestivi? Che scandalo vero?”.
“S...sì,
mi ri... ricordo tutto”.
“Bravo,
prete, allora sai cosa devi fare perché il processo finisca
bene...”.
Il
buon prete ad un mese dalla stampa del libro disse allo scrittore che
dissentiva, che ritirava le sue testimonianze, non aveva alcun
bisogno di un libro a 4 mani, non voleva la gloria né diventare uno
scrittore, così disse che voleva ritirare tutte le sue testimonianze
prima che venisse pubblicato perché qualcuno avrebbe potuto
offendersi. Silenzio in cambio di impunità...
Così
si nasconde la verità, così gira il mondo.
Però
si sa come sono fatti gli scrittori, sono capricciosi, non prendono
ordini da nessuno... Il libro venne pubblicato lo stesso, informando
i lettori del pentimento dell'ex religioso. Prete Cozzi fece la
figura del fesso e tutti, si fa per dire..., vissero felici, vissero
contenti...
La
morale?
Come
al solito dovete trovarvela da soli, ma vi assicuro che non è
difficile da capire.
testo e immagine © Mary Blindflowers
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