Eulalie, o Eulalie — A Song, è una poesia di Edgar Allan Poe, pubblicata per la prima volta nel numero di luglio 1845 di The American Review e ristampata poco dopo nel numero del 9 agosto 1845 del Broadway Journal. Questa traduzione che si avvicina per rime e toni è stata curata e tradotta da Fabrizio Raccis.
Dimoravo nel pianto,
solo, nel mio incanto,
conl’anima in torbido mare,
finché Eulalie gentile e bella venne a me per amare —
Finché Eulalie dai biondi capelli fu mia sposa da baciare.
Ah! non ha tal fulgore
il ciel notturno e il suo ardore
quanto i suoi occhi, lucenti e sinceri,
e nessun fiocco lieve
di perla, d’oro o neve,
può sfidar quei ricci leggeri
che ignorati adornan Eulalie, dolci e veri —
che tra i ricci umili e spenti, i suoi son i più veri.
Ora il Dubbio e il Dolore
non mi toccan nel cuore,
poiché l’anima sua sospira al mio fiato.
e nel cielo profondo,
risplende, tutto il giorno,
Astarté con volto beato,
ed Eulalie leva a lei lo sguardo amato —
E a quella stella volge gli occhi di viole, con fiato incantato.
Edgar Allan Poe
Traduzione: Fabrizio Raccis
Eulalie(1845)
I dwelt alone
In a world of moan,
And my soul was a stagnant tide
Till the fair and gentle Eulalie became my blushing bride —
Till the yellow-haired young Eulalie became my smiling bride.
And ah! less bright
The stars of the night
Than the eyes of the radiant girl,
And never a flake
Their lustre can make
Of the vapor and gold and pearl
Can vie with the sweet young Eulalie’s most unregarded curl —
Can compare with the bright-eyed Eulalie’s most humble and careless curl.
Now Doubt — now Pain
Come never again,
For her soul gives me sigh for sigh,
And all day long
Shines bright and strong
Astarté within the sky,
And ever to it dear Eulalie upturns her matron eye —
And ever to it young Eulalie upturns her violet eye.
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