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sabato 30 aprile 2016

OMAGGIO ALLA POETESSA LUIGIA FERRO








SCUOIAMI PURE 



Scuoiami pure 

allargati la mia pelle 

Sulla testa la notte. 
Dimmi poi di farti lo stesso 
Addormentarsi 
dovrebbero gli uomini 
cercando la stella a Nord 
dei loro nei. 

Luigia Ferro 


Quando scrivi poesie, quando scrivi buone poesie divieni un creatore, ti avvicini per un attimo al divino, d'altronde la parola “Poesia” ha radici arcane dal greco ποίησις, poiesis, con il significato di "creazione". Ogni autore, poeta, scrittore che si avvicina a questa forma d’arte si lega alle parole, a questi componimenti fatti di piccole frasi che racchiudono l’essenza stessa di momenti passati; inni, gioie, dolori, felicità incise in determinati periodi che sono in grado di tenere sempre vivo il ricordo, lo stato d’animo del periodo vissuto come un’istantanea perfetta. 

Tristemente, anche in questo caso tragico come la scomparsa della poetessa di Gela Luigia “Perla” Ferro, ci sono rimasti solo i versi, le “parole”, le struggenti poesie di un angelo infranto a soli 25 anni. Lei una donna bella e dannatamente abile nel toccare in maniera del tutto originale quelle corde delicate, con quelle dita sottili e quegli occhi chiari che scrutavano oltre ogni aspettativa comune. Io personalmente avevo avuto modo di scambiarci qualche parola molto tempo fa, ma non la conoscevo personalmente, solo in questi giorni mi sono avvicinato di più a lei, immerso nei suoi scritti abbandonati alla deriva su alcune pagine facebook e in qualche sito online. 



"25 aprile 2016, si è suicidata la poetessa gelese Luigia Ferro di venticinque anni. E’ stata trovata morta, per voluta impiccagione, in una villetta zona balneare che confina con Butera, a Desusino. Il 19 giugno avrebbe compiuto 26 anni. L’artista era una studentessa universitaria, appassionata di letteratura, filosofia, astrologia e storia dell’esoterismo. Domani si svolgeranno i funerali presso la chiesa del Carmelo, a Gela, ore 15:00. Non ci sono altre notizie. Ne diamo il doloroso annuncio, gli amici poeti, che la ricorderanno sempre per la sua innata intelligenza, eleganza, bellezza e luminosità. La sua anima vivrà in eterno in ogni suo verso ed in qualsiasi angolo del nostro sognare."

Fonte: nowinsicily.com



Leggere l’articolo che annunciava la sua tragica scomparsa mi ha turbato, mi ha lasciato di sasso, e malgrado il fascino pudico per la tragedia, mi sono sentito in dovere di scrivere qualcosa su di lei e mettere a disposizione di tutti alcuni dei suoi componimenti con il massimo rispetto per i suoi amici e parenti. 

Mi piace pensare a lei come ad una moderna Virginia Woolf, o Sylvia Plath o perché no Amelia Rosselli una delle poetesse italiane che adoro in modo particolare, per via delle sue tematiche e del profondo attaccamento al romanticismo. Anche questa grande autrice morì suicida a Roma nel Febbraio 1996, dopo aver combattuto a lungo con una grave depressione. 
È tremendo scoprire che esiste anche una lista dal titolo: “Writers who committed suicide” che contiene molti dei nomi di poeti, che come il celebre Pavese, si sono tolti la vita. 
Non lo so, di recente ho letto una frase che mi ha colpito profondamente diceva:“La tragedia della vita è ciò che muore dentro ogni uomo col passare dei giorni” non ricordo di chi sia, ma sono certo che alcune persone, alcuni di noi, nascono con una sensibilità fuori dalla norma. Una sensibilità che ti scava dentro e non è facile da domare, ti trascina negli angoli più tetri dell’animo umano, dove diventa davvero difficile reagire e prendere posizione in circostanze molto delicate. 

Non voglio annoiarvi ulteriormente con le riflessioni noiose di un fanatico delle lettere, ma voglio lasciarvi ai versi della poetessa Luigia Ferro, lei che nel 2013 aveva anche pubblicato un libro di poesie dal titolo “Micropsichia”, ho riportato un testo da quel libro che contiene anche un appunto dell’autrice che aveva lasciato su un post in una pagina di facebook. Sono felice di contribuire alla diffusione della sua arte letteraria. Buona lettura.
Luigia Ferro


CERTI VOLTI

Certi volti hanno
sul naso monti
sulla fronte piane
e gli occhi hanno un'era
da dichiarare.
Sorella ascolta e senti
io conosco appena i tuoi passi
eppure se lo sguardo tuo
al quale taccio
mi tocca non posso non dire
ascolta, d'averti già conosciuta.





INTERSTELLARIA 

Sette lati per sette
e ascoltatemi Muse
per quanto ho pianto.
Dammi Dio novanta gradi
per cadere e cedere
così le mie colonne
son righe per riscriverti
sotto la mano di Clio.
Mi si slaccia di fronte
la cintura Orione
ma non mi turba
mi dona solo tre stelle
e mi dice che sono per sempre.
E i miei occhi brillano
altre stelle, due ed esplodono
ti dono le tue nubi
dissolvile coi baci
ma sappi che Catullo
non l’ho conosciuto.
Ma quarantadue anni
cosa sono rispetto a settantotto?
Ho atteso sedicimila versi
per pioverti addosso.
Ora ascoltatemi tutte
Dee del principio
del Verbo, l’avevate
voi in grembo io lo so,
me l’han detto i Santi
e le Pleiadi lucenti.
Parlami Logos divino
Platone era mio cugino
Saffo mia sorella
e spaccami come una noce
le cervella maledette
e saturnine
che ho avuto
il coraggio
di contaminare.



UN PUNTO CHE SARÀ LINEA

Mostrami ogni meraviglia
Ma rifatti all'attico delle mie vene
Che le tue radici sono moderne Mostro!

Sento i tuoi canti retti da chiavi silenziose:
I tuoi modi mi fanno male ma fa' pure
non ti spostare, ma non per voler mio
Corpo morto di metallo, Io
Vorrei smontarti a ogni parola
Ma ognuna è carnosa come me
E non voglio il ferro di una pistola
Sopra un mio "terra ti amo!"
Sibila pure con lingue di radar
Intercetta i tuoi pari, buon lavoro
Ma il cuore di mio figlio
non lo salvi se ha un tumore
Il suo battito non ha Grazie a Dio
le tue frequenze.
Dimmi tu chi te le ha chieste?
Chi t'ha benedetto Abominio?
Non battezzano la deformità che ho partorito
Picchiano mia sorella che bacia sua sorella,
Sfruttano i pregi di mio zio che ama sua moglie
e tu stai lì, con le tue torri eccitate
a guardare il porno di un mondo che muore!
Nessuno ti lascia crollare, Dio è natura
lo sa bene che non l'ascoltano più
non spaccano piú, i pantheon la terra
per inghiottire gli errori del Demonio:
che si difenda da solo, carte in tavola.
Io parlo e tu non mi senti abbiamo lingue differenti
Tu m'a diri unn'era u Crito de to surdati
quannu muriu ma pà ppì na petra
ndo petto, 'nmenzu u sciatu so.
'Mpazzistivu, siti americani,
e io m'avissi a privare do ma dialettu
Ppi l'amuri i fariti sentiri? A tia ca si surdu?
avi cinquant'anni ca ti parru, attia attia
Tu milite ignoto a cui io Non darò onore
Hai la mia terra sotto le suole!
Dimmi se l'ha zappata mezza volta
e tersa con le gocce del tuo sudore.
Delimita i miei passi, mitra in mano
che io ti porto i fiori e ti fisso
chiedendoti in silenzio
che ì meglio dell'inglese e dell'italiano
se è lecito privarmi, da orfana,
di piangere mia madre terra
anche nel tuo campo di concentramento
immune ai funerali.


Luigia Ferro “Micropsichia” - Prova d'Autore, 2013

[In questo verso io intendevo parlare del singolo, evento, soggetto, oggetto, sogno, immagine, frequenza che riesce a viaggiare, spostarsi....disegnare su quello schifo di foglio che è la realtà.... Io vado a sognare un po' ad occhi aperti la mia terra solo NOSTRA]


Luigia "Perla" Ferro


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