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giovedì 22 dicembre 2022

Amanda Gorman aristocrazia della poesia

Leggendo questo articolo qualcuno potrebbe pensare ad un attacco alla sfera femminile e perché no, che qualche fatto personale abbia spinto la mia invidia nei riguardi di una poetessa di successo, in realtà questo articolo vuole essere una riflessione precisa di quello che sta accadendo oggi nella letteratura moderna e contemporanea.

Se prima fare poesia, essere poeti, poteva avere un significato profondo di rivalsa sulla condizione attuale della nostra società, una forma di denuncia e ribellione che rigettava i valori corrotti del mondo, oggi tutto questo è stato profanato e cancellato dalle nuove leve, dai nuovi mostri che, come un veleno letale, lentamente, hanno corrotto questa arte portandola ad un declino inesorabile. Il declino del declino, la cancellazione del romanticismo, la condanna del reprobo che ha lasciato spazio a poeti e scrittori come Amanda Gorman la poetessa americana del momento. 

Per carità non tutta la poesia della Gorman è intrisa di leggerezza e spensieratezza giovanile, e nonostante alcuni versi siano colmi di retorica anti-razzista o femminista, mi viene naturale pensare a quanto sia facile per un ebreo come me, scrivere di Shoah e antisemitismo. La giovane poetessa sta sbancando gli Sati Uniti con le sue apparizioni, alla casa bianca ha aperto l'inaugurazione dell'insediamento del presidente Joe Biden, recentemente a Los Angeles, la sua città, ha letto poesie per il nuovo Sindaco incaricato.


Sono celebri le sue apparizioni nelle serate modaiole, ogni star del cinema e della musica vuole dedicare un selfie all'icona del momento, lei che si proclama paladina degli ultimi e dei diversi si uniforma alle élite industriali e commerciali senz'anima. Così se da una parte scrive sulla diaspora africana, sull'emarginazione, dall'altra adora uniformarsi a quella classe dominante, tra un vestito di Prada e l'altro, sorseggiando dolcemente bicchieri di Champagne dove ha maturato una certa abilità nel commuovere i pezzi grossi della crema statunitense. Odia profondamente essere tradotta da autori o autrici di pelle bianca al punto che più di una volta ha bloccato la traduzione dei suoi testi prima in catalano e poi in olandese perché desiderava fortemente che a tradurre le sue poesie fosse una poetessa o un poeta di pelle nera. Ed è proprio così che il mito del poeta o dello scrittore viene sgretolato, saccheggiato e annichilito dai nuovi aristocratici della letteratura.


Fabrizio Raccis      


  

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