In talune regioni del mio essere
orme di una strana razza di piacere
che muore d’inedia, o
più spesso
non si riconosce in niente
e muore di solitudine.
Una scia distratta di parole
per ricordarlo a me, poesia
per ricordarlo a te, diniego.
L’inutile pace che ci ronza attorno
non è che aridità sospesa
sulle nostre teste
vuote e scialbe.
E ci mordiamo le labbra
le mani
il petto
cani rabbiosi,
buoni a nulla
se non a raccontarci
quanto sia dolce la cancrena.
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